Ipertrofia prostatica e sessualità sono spesso tematiche correlate, poiché questa condizione può compromettere lo svolgimento dell’atto sessuale. Ma cos’è l’IPB ?
L’ipertrofia prostatica benigna (IPB) è una patologia che affligge la prostata ed è caratterizzata dall’aumento di volume delle singole cellule che compongono la ghiandola prostatica. Si parla più correttamente di iperplasia prostatica benigna in quanto, nella maggior parte dei casi, l’aumento di volume è dovuto ad un aumento delle cellule che costituiscono la ghiandola prostatica.
Differenza tra ipertrofia prostatica e prostatite
L’ipertrofia prostatica benigna non va confusa con la prostatite. Infatti, se nel primo caso intendiamo l’aumento di volume della prostata, nel caso della prostatite si fa riferimento ad un’infiammazione batterica a carico della ghiandola prostatica, o ad una proliferazione batterica localizzata (prostatite cronica).
Un’ulteriore differenza è da identificare nelle cause che portano alla comparsa delle due condizioni mediche. Se nel caso dell’ipertrofia prostatica la causa principale è legata all’età, nel caso della prostatite i fattori favorenti possono essere la scarsa igiene, difese immunitarie inadeguate e fattori comportamentali (stress, sedentarietà, fumo, alcol, dieta poco equilibrata).
Cause ipertrofia prostatica
L’ipertrofia prostatica benigna è una tipica malattia che dipende dall’avanzare dell’età, perciò gli uomini in età adulta hanno maggiori possibilità di riscontrare questa patologia. Infatti, col passare degli anni, la prostata ha la tendenza a modificare il proprio volume in risposta ad un mutamento nell’equilibrio tra ormoni androgeni ed estrogeni.
Ulteriori fattori che possono predisporre l’individuo all’ipertrofia prostatica sono:
- presenza in famiglia di condizioni mediche simili
- inattività fisica e sedentarietà
- presenza di patologie concomitanti (malattie cardiovascolari, obesità, diabete)
Sintomi ipertrofia prostatica
L’aumento di volume della prostata, causato dall’ipertrofia prostatica, tende a comprimere le pareti dell’uretra, e ciò può portare alla comparsa di sintomi irritativi o ostruttivi. Tuttavia, l’ingrossamento della prostata non causa necessariamente disturbi gravi, perciò in alcuni casi è possibile non avvertire alcun sintomo.
I principali sintomi di tipo irritativo o ostruttivo che si possono presentare sono:
- difficoltà nella minzione
- incapacità di ritardare la minzione
- aumento della frequenza con cui si urina
- difficoltà nell’iniziare ad urinare
- getto urinario meno intenso o intermittente
- sensazione di incompleto svuotamento della vescica
- presenza di sangue nelle urine o nel liquido seminale
Questa tipologia di sintomi si può presentare anche in caso di problematiche più serie come il cancro alla prostata, perciò si consiglia, non appena riscontrati, di rivolgersi al proprio medico curante per effettuare analisi più approfondite.
IPB e rapporti sessuali
L’ingrossamento della prostata può influenzare la vita sessuale del paziente e renderla più difficoltosa, a causa di alcuni sintomi che compromettono l’atto copulativo. Vediamo dunque come Ipertrofia prostatica e sessualità sono legati tra loro.
Prostata ingrossata sintomi sessuali
L’ipertrofia prostatica benigna può portare ad un calo del desiderio sessuale e ad una diminuzione della soddisfazione durante il rapporto sessuale. Inoltre, può essere la causa di ulteriori problematiche sessuali come la disfunzione erettile. Alcuni farmaci utilizzati per il trattamento dell’IPB possono aumentare le probabilità di una disfunzione erettile e, viceversa, l’utilizzo di alcuni farmaci come il viagra possono portare ad un miglioramento dell’ipertrofia prostatica.
Ipertrofia prostatica e fertilità
L’aumento di volume della prostata, comprimendo le pareti dell’uretra, può causare l’ostruzione del liquido seminale, oltre a quella dell’urina. Ciò può avere conseguenze negative sulla fertilità, in particolar modo per gli uomini che hanno più di 45 anni. In aggiunta, alcuni farmaci utilizzati per il trattamento dell’ipertrofia prostatica possono contribuire all’infertilità maschile. Dunque, bisogna valutare attentamente con il proprio medico quale percorso medico seguire, in modo da non acuire problematiche secondarie.